EURUIN 100 EUR
Clemens Botho Goldbach
Engramma - San Giorgio
Piazza XIII Vittime, Palermo
27 04 - 03 11 2019
EURUIN 100 EUR
Clemens Botho Goldbach
Engramma - San Giorgio
Piazza XIII Vittime, Palermo
27 04 - 03 11 2019
Porta San Giorgio è stata una porta urbica eretta nella cinta muraria che divideva la città dal mare proteggendola dai pericoli esterni e permettendo allo stesso tempo di comunicare con il mare, accogliere persone e merci. Dopo vari interventi di restauro, venne sostituita dalla Porta Santa Rosalia, un portale barocco corredato di affreschi dedicati alla Santa protettrice di Palermo. La porta fu in seguito distrutta, le sue tracce cancellate tanto da non riuscire ad attestarne la sua esatta collocazione. Gli scavi archeologici riescono, però, a dare l’idea che l’area un tempo doveva essere caratterizzata da imponenti edificazioni di cui ora rimane una memoria effimera appena percepibile. Si tratta di un rovesciamento di prospettive, l’altezza della porta ora è la profondità degli scavi, l’imponenza verticale delle mura visibili dalle imbarcazioni che si avvicinavano al porto ora è un appezzamento di terra che protende verso il mare. Nell’interstizio tra la storia dell’area e la percezione attuale che si ha di essa si pone l’opera di Clemens Botho Goldbach, EURUIN 100 EUR. L’artista tedesco reinterpreta la densità simbolica della porta un tempo presente a piazza XIII Vittime, EURUIN 100 EUR è infatti una porta monumentale che nasce come un rudere di cui si intuisce lo stile architettonico, quello barocco, lo stesso della Porta Santa Rosalia. Goldbach realizza in vero il motivo architettonico presente nelle banconote da 100 euro, concepito dall’artista austriaco Robert Kalina basandosi su elementi tratti da diversi monumenti. E’ un’opera fittizia, possibile ma irreale. Un’opera che nasce come rudere, come rovina di qualcosa che non è mai esistito. Goldbach la realizza con materiale edile, massiccia e allo stesso tempo precaria e incompleta. Il retro del portale ne svela la struttura portante, le assi, le traverse, le viti e le giunture. La messa in scena è chiara e palese, la sua precarietà portata all’estremo, sembra una struttura scenografica di uno spettacolo teatrale. Con l’opera EURUIN 100 EUR riemergono le costruzioni di un tempo, come una catena di brevi apparizioni che ne richiamano altre, laddove c’è una porta deve esserci necessariamente un limes, un confine tra dentro e fuori, tra chi sta all’esterno e chi sta all’interno di quella porta. L’Europa nelle banconote da 100 euro si rappresenta come un’architettura dismessa, una porta che ha perso la sua funzione perché ormai inutile o come un’opera che necessita di un nuovo intervento, di una ri-costruzione. EURUIN 100 EUR innesca nel fruitore un processo di ricostruzione del contesto: così il visitatore riscopre l’identità di un luogo e la sua memoria dinamica, sovrapponendo periodi e vicende diverse. La successione cronologica del tempo si interrompe, l’elemento inattuale, la porta-rovina, spinge a una riflessione che da Piazza XIII Vittime si proietta su Palermo, e da Palermo su tutta l’Europa. Le identità che di volta in volta si trovavano all’esterno della porta la valicano, i Bizantini, gli Arabi, i Normanni popolano quell’area, costruiscono le loro abitazioni, i loro monumenti, ne diventano i difensori, a loro volta minacciati da chi si trova all’esterno di quella porta. Il tempo si inarca e svela la sua caducità. L’opera di Goldbach diventa simbolo di tutte le porte-confine, quelle reali, le frontiere, le dogane, e quelle estinte che, come la Porta San Giorgio e la Porta Santa Rosalia, sopravvivono in essa, e quelle mai realizzate come il motivo architettonico di Robert Kalina. Di tutte queste Goldbach ne svela l’inattualità, la precarietà, come in una scenografia teatrale accatastata nelle quinte di un teatro a spettacolo finito.
[:de]Porta San Giorgio è stata una porta urbica eretta nella cinta muraria che divideva la città dal mare proteggendola dai pericoli esterni e permettendo allo stesso tempo di comunicare con il mare, accogliere persone e merci. Dopo vari interventi di restauro, venne sostituita dalla Porta Santa Rosalia, un portale barocco corredato di affreschi dedicati alla Santa protettrice di Palermo. La porta fu in seguito distrutta, le sue tracce cancellate tanto da non riuscire ad attestarne la sua esatta collocazione. Gli scavi archeologici riescono, però, a dare l’idea che l’area un tempo doveva essere caratterizzata da imponenti edificazioni di cui ora rimane una memoria effimera appena percepibile. Si tratta di un rovesciamento di prospettive, l’altezza della porta ora è la profondità degli scavi, l’imponenza verticale delle mura visibili dalle imbarcazioni che si avvicinavano al porto ora è un appezzamento di terra che protende verso il mare. Nell’interstizio tra la storia dell’area e la percezione attuale che si ha di essa si pone l’opera di Clemens Botho Goldbach, EURUIN 100 EUR. L’artista tedesco reinterpreta la densità simbolica della porta un tempo presente a piazza XIII Vittime, EURUIN 100 EUR è infatti una porta monumentale che nasce come un rudere di cui si intuisce lo stile architettonico, quello barocco, lo stesso della Porta Santa Rosalia. Goldbach realizza in vero il motivo architettonico presente nelle banconote da 100 euro, concepito dall’artista austriaco Robert Kalina basandosi su elementi tratti da diversi monumenti. E’ un’opera fittizia, possibile ma irreale. Un’opera che nasce come rudere, come rovina di qualcosa che non è mai esistito. Goldbach la realizza con materiale edile, massiccia e allo stesso tempo precaria e incompleta. Il retro del portale ne svela la struttura portante, le assi, le traverse, le viti e le giunture. La messa in scena è chiara e palese, la sua precarietà portata all’estremo, sembra una struttura scenografica di uno spettacolo teatrale. Con l’opera EURUIN 100 EUR riemergono le costruzioni di un tempo, come una catena di brevi apparizioni che ne richiamano altre, laddove c’è una porta deve esserci necessariamente un limes, un confine tra dentro e fuori, tra chi sta all’esterno e chi sta all’interno di quella porta. L’Europa nelle banconote da 100 euro si rappresenta come un’architettura dismessa, una porta che ha perso la sua funzione perché ormai inutile o come un’opera che necessita di un nuovo intervento, di una ri-costruzione. EURUIN 100 EUR innesca nel fruitore un processo di ricostruzione del contesto: così il visitatore riscopre l’identità di un luogo e la sua memoria dinamica, sovrapponendo periodi e vicende diverse. La successione cronologica del tempo si interrompe, l’elemento inattuale, la porta-rovina, spinge a una riflessione che da Piazza XIII Vittime si proietta su Palermo, e da Palermo su tutta l’Europa. Le identità che di volta in volta si trovavano all’esterno della porta la valicano, i Bizantini, gli Arabi, i Normanni popolano quell’area, costruiscono le loro abitazioni, i loro monumenti, ne diventano i difensori, a loro volta minacciati da chi si trova all’esterno di quella porta. Il tempo si inarca e svela la sua caducità. L’opera di Goldbach diventa simbolo di tutte le porte-confine, quelle reali, le frontiere, le dogane, e quelle estinte che, come la Porta San Giorgio e la Porta Santa Rosalia, sopravvivono in essa, e quelle mai realizzate come il motivo architettonico di Robert Kalina. Di tutte queste Goldbach ne svela l’inattualità, la precarietà, come in una scenografia teatrale accatastata nelle quinte di un teatro a spettacolo finito.
[:]Die Porta San Giorgio war ein im Mauerring errichtetes Stadttor und trennte die Stadt vom Meer, schützte sie vor äußeren Gefahren. Sie ermöglichte die Verbindung mit dem Meer und durch sie kamen Menschen und Waren in die Stadt. Nach verschiedenen Restaurierungen wurde die Porta San Giorgio durch die Porta Santa Rosalia ersetzt, ein mit Fresken der Schutzpatronin von Palermo dekoriertes barockes Portal. Auch das Stadttor Porta Rosalia wurde zerstört, seine Spuren gelöscht, und seine genaue Position lässt sich heute unmöglich genau bestimmen. Die archäologischen Ausgrabungen lassen jedoch vermuten, dass das Gebiet einst von eindrucksvollen Gebäuden geprägt war, von denen heute nur noch Reste, die kaum wahrnehmbar sind, erhalten sind. Es handelt sich um eine Umkehrung der Perspektiven. Die Höhe des Tors gleicht jetzt der Tiefe der Ausgrabungen, die vertikale Größe der Mauern, die von den Booten auf dem Meer sichtbar war, ist jetzt ein Stück Land, das sich horizontal in Richtung Meer erstreckt. Im Spannungsfeld zwischen der Geschichte dieses Gebiets und seiner gegenwärtigen Wahrnehmung als Unort, ist die Arbeit von Clemens Botho Goldbach, EURUIN 100 EUR entstanden. Der deutsche Künstler verdeutlicht die symbolische Dichte des einstigen Tores auf der Piazza XIII Vittime. EURUIN 100 EUR ist ein monumentales Tor. Als Ruine konzipiert, nimmt es mit seinem barocken Stil auch formal Bezug auf die Porta Santa Rosalia.
Goldbach setzt das auf dem 100-Euro-Schein abgebildete Tor plastisch um. Diese Abbildung, entworfen von dem österreichischen Designer Robert Kalina, ist eine Collage barocker Elemente aus verschiedenen Monumenten. Hier setzt Goldbach an. Sein Bauwerk ist ein als Ruine geborenes Tor, eine Ruine von etwas, das niemals existierte. Goldbach erbaut jenes Tor mit einfachem Baumaterial, massiv, rau und fragmentarisch. Die Rückseite des Portals zeigt die tragende Struktur, die Achsen, die Querstangen, die Schrauben und die Gelenke. Die Inszenierung wird klar und offensichtlich. Es erinnert an ein Bühnenbild. Mit der EURUIN-Arbeit lässt Goldbach Erinnerungen der Gebäude der Vergangenheit vor Ort wieder auftauchen, wie eine Erscheinung, die noch andere evoziert. Ist ein Tor vorhanden, so muss es notwendigerweise auch eine Grenze zwischen Innen und Außen sowie zwischen denjenigen, die draußen sind und denjenigen, die drinnen sind, geben. Die Abbildung auf den 100-Euro-Banknoten stellt sich als eine nicht nutzbare Architektur dar, ein Tor, das seine Funktion verloren hat. EURUIN 100 EUR löst im Betrachter einen Prozess der Rekonstruktion des Kontextes aus: Der Besucher entdeckt so die Identität eines Ortes und sein dynamisches Gedächtnis neu. Dabei überschneiden sich verschiedene Perioden und Ereignisse. Die zeitliche Abfolge ist unterbrochen, das unzeitgemäße Element, die Tor-Ruine, führt zu einer Reflexion, die von der Piazza XIII Vittime auf Palermo und von Palermo auf ganz Europa projiziert wird. Unterschiedlichste Identitäten und Nationalitäten durchquerten das Tor: die Byzantiner, die Araber, die Normannen, die damaligen Einwohner des Gebiets, sie alle bauten ihre Wohnungen, ihre Monumente, und wurden zu Verteidigern, wurden wiederum von Neuankömmlingen bedroht, die sich draußen vor diesem Tor befanden. Die Zeit vergeht und offenbart ihre Zerbrechlichkeit. Goldbachs Werk wird zum Symbol für alle Grenztore: von den tatsächlichen – Grenzen und Zöllen- und den verschwundenen - Porta San Giorgio und Porta Santa Rosalia – und von denen, die nie realisiert wurden. Goldbach offenbart ihre Vergänglichkeit, die Vergeblichkeit von Grenzziehungen, ja ihre Sinnlosigkeit.
Die Porta San Giorgio war ein im Mauerring errichtetes Stadttor und trennte die Stadt vom Meer, schützte sie vor äußeren Gefahren. Sie ermöglichte die Verbindung mit dem Meer und durch sie kamen Menschen und Waren in die Stadt. Nach verschiedenen Restaurierungen wurde die Porta San Giorgio durch die Porta Santa Rosalia ersetzt, ein mit Fresken der Schutzpatronin von Palermo dekoriertes barockes Portal. Auch das Stadttor Porta Rosalia wurde zerstört, seine Spuren gelöscht, und seine genaue Position lässt sich heute unmöglich genau bestimmen. Die archäologischen Ausgrabungen lassen jedoch vermuten, dass das Gebiet einst von eindrucksvollen Gebäuden geprägt war, von denen heute nur noch Reste, die kaum wahrnehmbar sind, erhalten sind. Es handelt sich um eine Umkehrung der Perspektiven. Die Höhe des Tors gleicht jetzt der Tiefe der Ausgrabungen, die vertikale Größe der Mauern, die von den Booten auf dem Meer sichtbar war, ist jetzt ein Stück Land, das sich horizontal in Richtung Meer erstreckt. Im Spannungsfeld zwischen der Geschichte dieses Gebiets und seiner gegenwärtigen Wahrnehmung als Unort, ist die Arbeit von Clemens Botho Goldbach, EURUIN 100 EUR entstanden. Der deutsche Künstler verdeutlicht die symbolische Dichte des einstigen Tores auf der Piazza XIII Vittime. EURUIN ist ein monumentales Tor. Als Ruine konzipiert, nimmt es mit seinem barocken Stil auch formal Bezug auf die Porta Santa Rosalia.
Goldbach setzt das auf dem 100-Euro-Schein abgebildete Tor plastisch um. Diese Abbildung, entworfen von dem österreichischen Designer Robert Kalina, ist eine Collage barocker Elemente aus verschiedenen Monumenten. Hier setzt Goldbach an.
Sein Bauwerk ist ein als Ruine geborenes Tor, eine Ruine von etwas, das niemals existierte. Goldbach erbaut jenes Tor mit einfachem Baumaterial, massiv, rau und fragmentarisch. Die Rückseite des Portals zeigt die tragende Struktur, die Achsen, die Querstangen, die Schrauben und die Gelenke. Die Inszenierung wird klar und offensichtlich. Es erinnert an ein Bühnenbild. Mit der EURUIN-Arbeit lässt Goldbach Erinnerungen der Gebäude der Vergangenheit vor Ort wieder auftauchen, wie eine Erscheinung, die noch andere evoziert. Ist ein Tor vorhanden, so muss es notwendigerweise auch eine Grenze zwischen Innen und Außen sowie zwischen denjenigen, die draußen sind und denjenigen, die drinnen sind, geben. Die Abbildung auf den 100-Euro-Banknoten stellt sich als eine nicht nutzbare Architektur dar, ein Tor, das seine Funktion verloren hat. EURUIN 100 EUR löst im Betrachter einen Prozess der Rekonstruktion des Kontextes aus: Der Besucher entdeckt so die Identität eines Ortes und sein dynamisches Gedächtnis neu. Dabei überschneiden sich verschiedene Perioden und Ereignisse. Die zeitliche Abfolge ist unterbrochen, das unzeitgemäße Element, die Tor-Ruine, führt zu einer Reflexion, die von der Piazza XIII Vittime auf Palermo und von Palermo auf ganz Europa projiziert wird. Unterschiedlichste Identitäten und Nationalitäten durchquerten das Tor: die Byzantiner, die Araber, die Normannen, die damaligen Einwohner des Gebiets, sie alle bauten ihre Wohnungen, ihre Monumente, und wurden zu Verteidigern, wurden wiederum von Neuankömmlingen bedroht, die sich draußen vor diesem Tor befanden. Die Zeit vergeht und offenbart ihre Zerbrechlichkeit. Goldbachs Werk wird zum Symbol für alle Grenztore: von den tatsächlichen – Grenzen und Zöllen- und den verschwundenen - Porta San Giorgio und Porta Santa Rosalia – und von denen, die nie realisiert wurden. Goldbach offenbart ihre Vergänglichkeit, die Vergeblichkeit von Grenzziehungen, ja ihre Sinnlosigkeit.
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